Pape, Satàn, Aleppe, Cronache di una Società Liquida: esce oggi in libreria l’ultimo libro di Umberto Eco e il primo pubblicato della Nave di Teseo (la nuova casa editrice animata da Elisabetta Sgarbi, dopo la sua uscita da Bompiani).
Il volume raccoglie le Bustine di Minerva – la rubrica tenuta da Eco sull’Espresso negli ultimi quindici anni – e si propone come una riflessione sullo stato della società, che altro non fa se non divenire sempre più liquida: un flusso continuo e costante di persone, idee e capitali, una mancanza voluta o inevitabile di radici e senso di appartenenza alla propria comunità che proprio per queste mancanze si confronta troppo spesso con sentimenti di chiusura e apatia.
Il titolo, scelto dallo stesso Eco, è forse tra i più famosi versi della Divina Commedia, una citazione del settimo canto dell’Inferno: a pronunciarlo Pluto, guardiano del quarto cerchio dell’inferno, quello in cui scontano la condanna eterna avari e prodighi.
Così Eco parlava del libro : ”Dal 1985 pubblico sull'”Espresso” La Bustina di Minerva . Ne sono state raccolte molte in “Il Secondo Diario Minimo” e poi “La bustina di Minerva”. Dal 2000 a oggi ne rimanevano moltissime, ho scelto quelle che potevano riferirsi al fenomeno della “società liquida” e dei suoi sintomi: crollo delle ideologie, delle memorie, delle comunità in cui identificarsi, enfasi dell’apparire etc.. “Cronache di una società liquida” è il sottotitolo ma, data la varietà dei temi non unificabili sotto una sola espressione “slogan”, il titolo sarà “Pape Satán Aleppe”, citazione evidentemente dantesca che non vuole dire niente e dunque abbastanza “liquida” per caratterizzare la confusione dei nostri tempi”.
@Antonietta Usardi