L’almanacco delle prose. Il semplice cominciò le sue pubblicazioni nel 1995, e le terminò dopo altri cinque numeri due anni dopo. Fra i redattori ideatori figurano Celati, Cavazzoni, Benati, Talon, Marianne Schneider e Michelina Borsari. L’aletta di sinistra promette, tra l’altro: “Inferni, purgatori, paradisi immaginati e viaggi nell’aldilà, Trascrizioni di narratori orali, Racconti dove una biscia parla e Discorsi di metodo”.
Si tratta di un libretto – una rivista ampliata, un almanacco appunto – di storie, narrazioni, intese in un senso indubbiamente contraddistinto da una base fantastica e un piglio irriverente nei confronti del linguaggio standard. Una linea che porta con sé e trascina scritti e invenzioni di Malerba, Benni, Delfini, Manganelli, Frassineti, per fare qualche nome, oltre ovviamente gli stessi ideatori.
Da avere, tutti e sei i numeri, per mettere assieme un repertorio della fantasia più smaccata e senza briglie.
@Massimiliano Varnai