Il prefatore, o l’autore dell’introduzione o della postfazione che sia, può figurare o meno nella copertina. Ovviamente presente nel frontespizio, per quanto riguarda la copertina, l’esterno del libro, è infatti a discrezione dell’editore o di cui per lui indicarne la presenza. Con tutti gli incroci che ne derivano – una vasta gamma che  va dall’ostentazione di un’autorevole prefazione – o almeno per tale ritenuta – all’opposto dell’oblio di  un testo che per quanto più breve, potrebbe essere più interessante del testo del libro.

Mi colpisce in questo Favola della botte, di Jonathan Swift, Sampietro editore 1966, la presenza non indifferente della scritta “Prefazione di Gianni Celati”.  Mi colpisce perché in netto anticipo sui tempi, visto che nel 1966 Celati non era certo un nome conosciuto. Fatto sta che il nome, nella bella copertina grafica e piena di testo, occupa un bell’ingombro, quasi quanto quello dello Swift, l’autore, di poco più piccolo. Comunque sia, il tutto è meritato perché la prefazione in questione è un lungo saggio molto ben articolato, che da solo fa buona parte del prezzo del libro.

Degna di non poco interesse è tutta quanta la collana, la Collana ’70, contenente, nel 1966, un riferimento esplicito al decennio da lì a venire: tra gli autori annoverati, Lautréamont e l’Aretino.

@Massimiliano Varnai

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