È iniziato il conto alla rovescia che scandisce i giorni che mancano a Natale, la festa più attesa dell’anno e già si inizia a percepire quella “magia” che è un misto di tradizione, calore e nostalgia.
Siamo andati alla ricerca nel nostro Maremagnum di libri che, secondo noi, evocano lo spirito natalizio. Ne abbiamo trovati molti, moltissimi, ma erano troppi. Ne abbiamo scelti 10. Dieci libri per un “Natale” magico da sfogliare e/o regalare. Buona lettura!
Guido Gozzano – Francesca Sanzo, Fiabe di Natale, Graphe.it Edizioni 2017
Due fiabe natalizie accomunate dallo sfavillio della luce che, però, non riesce a fugare del tutto gli egoismi dell’animo umano. Ne Il Natale di Fortunato, celebre testo di Guido Gozzano, vediamo come la ricchezza e gli agi possano rovinare anche il più pio degli uomini. Francesca Sanzo ne Il Natale di Amalia, invece, ci mostra una donna benestante, talmente innamorata della luce natalizia da non rendersi conto che potrebbe rimanerne accecata. L’anonima Lauda posta in apertura delle fiabe, però, ci riporta all’essenziale: la vita che si apre all’accoglienza.
Carlo Bernari (a cura di), Natale con i tuoi, Alfredo Guida Editore 2012
“Nel lontano 1954 un gruppo di amici della Guida (Bernari, Compagnone, Incoronato, Pomilio, Prisco, Rea e Viviani) decise di voler augurare il Natale in modo diverso. Partendo da Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Scrissero il loro Natale e l’editore Guida trasformò quei racconti in una pubblicazione destinata solo agli amici. Dopo 50 anni, altri amici hanno voluto raccontarci il loro Natale.” (Mario Guida). Introduzione di Silvio Perrella e Massimo Bignardi.
Scritti di: Vittorio Viviani, Domenico Starnone, Giampaolo Rugarli, Domenico Rea, Elisabetta Rasy, Fabrizia Ramondino, Mario Pomilio, Michele Prisco, Francesco Piccolo, Ugo Piscopo, Silvio Perrella, Riccardo Pazzaglia, Antonio Pascale, Valeria Parrella, Antonio Pascale, Maria Orsini Natale, Gianfranco Orsini, Giovanna Mozzillo, Raffaele La Capria, Luigi Incoronato, Antonio Franchini, Diego De Silva, Sergio De Santis, Erri De Luca, Luciano De Crescenzo, Luigi Compagnone, Antonella Cilento, Angelo Cannavacciuolo, Maurizio Braucci, Massimo Bignardi, Carlo Bernari
Illustrato da: Giuliana Balice, Renato Barisani, Mario Carotenuto, Angelo Casciello, Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, Armando De Stefano, Giovanni De Vincenzo, Gerardo Di Fiore, Carmine Di Ruggiero, Salvatore Emblema, Lello Esposito, Nino Longobardi, Guglielmo Longobardo, Gabriele Marino, Rosaria Matarese, Luigi Pagano, Rosa Panaro, Mario Persico, Giuseppe Pirozzi, Carla Rezzuti, Errico Ruotolo, Quintino Scolavino Nicastro, Domenico Spinosa, Bruno Starita, Tony Stefanucci, Elio Washimps, Zaho it, Natalino Zullo
Selma Lagerlöf, Il libro di Natale, Iperborea 2012
Il Natale con le sue leggende, il buio dell’inverno svedese, il calore delle storie accanto al fuoco, la nostalgia di antichi ricordi, l’immensità della natura, ma anche la piccola dose di crudeltà tipica della tradizione delle fiabe popolari sono le atmosfere che si respirano negli otto magistrali racconti della narratrice svedese Selma Lagerlöf, “la più grande scrittrice dell’Ottocento”, secondo Marguerite Yourcenar. L’incipit da C’era una volta risveglia l’incanto delle storie dell’infanzia, ma basta un incontro inatteso, un gesto, una parola perché ci sia un piccolo scatto, una deviazione: dal mondo delle fiabe si passa a quello degli uomini, resi più umani da quel lampo d’illuminazione. Un regalo sbagliato che apre le porte a una nuova conoscenza, un’intuizione metafisica evocata da una modesta trappola per topi, un segno divino custodito nel foro di un proiettile in un teschio: c’è sempre una fede che fa da leva all’immaginazione, e questa, spesso, a una redenzione. Il tono è solo apparentemente ingenuo, è un trucco del mestiere di un’artista che sa trasformare il folklore delle tradizioni nordiche in storie senza tempo di grande e semplice profondità. Perché è la complessità che si nasconde dietro la normalità a interessarle, la ricca varietà della vita, e la buona novella che c’è sempre un destino diverso che aspetta chi lo vuole cercare. Anche in un libro regalato a Natale.
Pino Stampini, Auguri di Natale, 1983
Linoelum originale per xilografia, di cm. 26 x 18.
Natale nel Paese dei Balocchi. Gli albi dei tre porcellini. Anno I – n. 14. 25 dicembre 1936, Edizioni Walt Disney / Mondadori
In-8 gr. (mm. 275×190), brossura orig. a colori di Rubino, spillato, pp. 20 virate in tinta. Cfr. Little Nemo: “Adattamento a fumetti della celebre Silly Simphonie disneyana”. Copertina con piatto anter. staccato e con strappo; piatto poster. mancante; il gioco alla fine è stato compilato a colori. Lieve alone margin. su 8 pp. ma complessivam. in buono stato.
Carlo Collodi (Vsevolod Nicouline), Le avventure di Pinocchio, Italgeo 1944
In-4 (mm.325×250), pp. 198, legatura editoriale in seta bianca stampata a colori, taglio superiore dorato. Con 71 ill. n.t. e 12 tavv. f.t., tutte a colori, dell’artista ucraino Vsevolod Nicouline (Nikolaev 1890 – Milano 1968). L’opera fu commissionata dal fondatore dell’Italgeo in occasione della nascita del primogenito e per l’apparato iconografico fu chiamato l’artista russo, illustratore e scenografo, già collaboratore di case editrici milanesi e non (celebri anche le sue grandi carte geografiche per la scuola edite da Farmitalia negli anni Cinquanta). Rara e lussuosa edizione a tiratura a 999 esempl. num. (ns. nr. 381 con la firma autogr. di Nicouline). L’opera fu realizzata incredibilmente in maniera lussuosa visto che fu stampata durante la seconda guerra mondiale e venduta al prezzo significativo di Lire 900, in limitato numero di copie. Ne fu tratta una ristampa anastatica nel 2009, ma questa è l’edizione originale. Manca la custodia. Salvo una macchia al piatto ant., e due strappi al margine bianco interno di due pagine, esempl. in eccellente stato di conservaz.
Charles Dickens, Canto di Natale, a cura di M. Graffi, testo inglese a fronte, La Vita Felice 2005
Canto di Natale appartiene ai popolarissimi Racconti di Natale (Christmas books), scritti da Dickens tra il 1843 e il 1848. Anche con questi racconti Dickens si rivela il maggior narratore inglese del suo secolo e tra i massimi di ogni paese. Inventore del romanzo sociale, nel quale fuse e sviluppò due grandi filoni della narrativa inglese (la tradizione picaresca di Defoe, Fielding e Smollett e quella sentimentale di Goldsmith e Sterne). Dickens ha conosciuto in vita una popolarità straordinaria, che si conserva ai nostri giorni ed è associata a una raramente discontinua fortuna critica.
Rainer Maria Rilke, Storie del buon Dio, La Vita Felice 2018
«Si possono trovare facilmente tanti motivi per cui il buon Dio è qualcosa di indispensabile. Ma una cosa è sicura, gli adulti di lui non si curano, perciò dobbiamo farlo noi bambini. Sentite che cosa ho escogitato. Noi siamo giusto sette bambini. Se ognuno porta il buon Dio per un giorno, lui è con noi tutta la settimana e noi in qualsiasi momento sappiamo dove si trova.»
Le Storie del buon Dio furono scritte tra il 10 e il 21 novembre 1899 e pubblicate l’anno successivo in occasione del Natale. Opera singolare nella produzione del grande poeta praghese, ma anche opera “centrale” nella sua evoluzione, le Storie furono la prima delle sue opere in prosa che Rilke non volle disconoscere. Il Dio delle Storie è un dio cercato, atteso, smarrito, persino dimenticato e mai posseduto, un Dio che vede, scruta, osserva, prova immensa nostalgia, ma tra lui e l’uomo tornano a frapporsi immagini di una lontananza, o di un dissidio, che lo costringe a ritrarsi sempre più nei suoi cicli. Ma non è mai vera “assenza”, tutt’altro; questo buon Dio resta insieme protagonista e “sfondo” delle Storie: un protagonista molto discreto ma insostituibile, che sembra non comparire se non come motivazione ultima del narrare; e invece “sfondo” onnipresente, perché la purezza di ascolto dei bambini sente quella presenza, come uno sguardo innocente e nuovo che sa ancora cogliere la freschezza del mondo e della vita.
Marco Fabbrini, I due che salvarono il Natale, Graphe.it Edizioni 2018
Nel sud della Toscana, ai piedi di un antico vulcano, sorge un paese i cui abitanti lavorano quasi tutti in una grande miniera. Il lavoro è duro e procede incessante. Ma ogni anno il trambusto si ferma alla vigilia di Natale: la sera delle Fiaccole.
L’usanza vuole che per quella magica notte siano erette alte pire di legna che quasi arrivano ai comignoli dei tetti e che verranno poi incendiate, riscaldando la Notte Santa. Ce n’è una per ogni via e tutti gli abitanti si prodigano nella loro preparazione. Non sanno da quanto tempo si facciano, ma chiunque – dal più giovane al più anziano – giurerebbe di averle sempre viste fare.
Ma che succede se qualcuno, in nome di interessi molto più materiali, vuol far lavorare gli uomini anche durante il Natale?
È proprio il tentativo di ignorare questa usanza ad accendere la miccia della storia, che si dipana tra lotte operaie, padroni che al posto del cuore hanno un portafogli, bambini che sanno come creare il giusto scompiglio per rimettere tutto a posto e adulti che per una causa – dalla più pura e delicata alla più illecita – possono rischiare la propria vita.